Si gioca sulla paura del diverso, si fa leva sulle convinzioni più becere di ogni individuo, questa è una guerra tra poveri e chi ci lucra sono solo personaggi che fanno della propaganda la loro questione di vita.
Personaggi che molto spesso sono a braccetto con il malaffare e che non rispettano per primi le regole di una società civile. Sono quelle persone che si fanno forza delle paure e degli aspetti più primitivi di tutti noi.
Queste persone cercano di alzare muri tra persone, ti convincono e ti fanno pensare di essere più protetto e più sicuro senza lo straniero o il rom di turno,
ti convincono che escludendo il diverso sei salvo, non capendo che facendo così rimarrai sempre più isolato.
Una comunità che esclude non potrà mai chiamarsi tale,
una comunità chiusa rimane nel recinto delle sue convinzioni, etichettando lo straniero e il diverso come il male, generalizzando e non entrando nello specifico.
I zingari sono tutti ladri e non si vogliono integrare, i romeni sono pericolosi e i napoletani tutti camorristi.
Una comunità abbraccia le persone in difficoltà, non le caccia,
insieme nelle difficoltà si cresce.
Una comunità non calpesta il pane, lo dona.
Chi vuole costruire muri non capisce che si rimane chiusi in se stessi, non aperti al dialogo e all’integrazione.
Dalle persone diverse da noi c’è scambio e crescita personale.
I muri fanno parte del medioevo e non di una società moderna.
Concludo con un esempio che potrebbe aiutare a capire che la soluzione non sono i muri ma l’integrazione.
Ipotizziamo di chiuderci all’interno di un confine con muri altissimi in modo che nessuno possa entrare, tutti italiani, nessun straniero.
Nessuno può entrare e nessuno può uscire.
Saresti al sicuro?
Non ci saranno più corrotti, stupratori, spacciatori, ladri, evasori e omicidi?
La risposta è scontata.
Quindi di cosa hai paura?
Forse dei tuoi fantasmi?
A volte basterebbe accendere la luce della ragione, come si faceva da bambini in una stanza buia per scacciare la paura e finalmente riusciremo a far sparire dalla nostra mente i nostri pregiudizi.